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ROMA LA SAPIENZA – La missione Esa Rosetta e il contributo dell’Università Sapienza

Rosetta_spacecraftLa Sapienza di Roma – Dopo la fase di rendez-vous con la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko iniziata lo scorso maggio 2014, la missione ESA Rosetta ha sganciato, il 12 novembre il suo lander Philae in direzione del nucleo della cometa, dove è atterrato circa 7 ore dopo, iniziando di fatto la sua missione scientifica. Gli obiettivi sono lo studio delle proprietà fisiche, della composizione chimica e della struttura del nucleo della cometa.
Tra gli strumenti a bordo della missione CONSERT (Comet Nucleus Sounding Experiment by Radiowave Transmission) è l’unico capace di fornire informazioni sulla struttura interna del nucleo della cometa. In questo esperimento un segnale elettromagnetico di circa 3 m di lunghezza d’onda viene trasmesso dall’unità installata sull’orbiter Rosetta. Tale segnale si propaga attraverso il nucleo della cometa e viene captato dalle antenne dell’unità ospitata dal lander Philae che lo elabora e lo ritrasmette verso l’orbiter. L’elaborazione coerente dei segnali ricevuti finalmente dall’unità sull’orbiter darà una misura del tempo di propagazione che dipenderà anche, in modo cruciale, dalle riflessioni e rifrazioni che si avranno all’interno del nucleo. Mettendo insieme le informazioni raccolte da diverse osservazioni su ogni singola orbita e su diverse orbite, si potrà ottenere una vera e propria immagine tomografica del nucleo della cometa.
Sin dall’inizio della fase di studio di CONSERT, Giovanni Picardi e Roberto Seu del dipartimento di Ingegneria dell’informazione, elettronica e telecomunicazioni-Diet della Sapienza, hanno fatto parte del team scientifico contribuiendo alla definizione dell’esperimento, allo studio dei modelli elettromagnetici di propagazione nel nucleo, alla definizione dei requisiti e delle specifiche di sistema ed hanno progettato e sviluppato un prototipo del trasmettitore e del ricevitore di CONSERT, che ha superato con successo tutti i test cui è stato sottoposto dal team francese dell’Université Pierre et Marie Curie – Paris 6, istituto di riferimento del responsabile scientifico dell’esperimento Wlodek Kofman. Picardi e Seu hanno anche contribuito in modo significativo alla definizione degli algoritmi di elaborazione scientifica dei dati. La ricerca è stata condotta anche con finanziamenti dell’Agenzia spaziale italiana.