ANSA- A dimostrarlo è stato un gruppo di ricercatori del Weizmann Institute of Science di Rehovot (Israele) che ha somministrato a topi di laboratorio acqua con zucchero e un dolcificante (saccarina, aspartame o sucralosio), notando come sviluppassero marcata intolleranza al glucosio e innalzamento dei livelli di glicemia rispetto ai topi a cui invece veniva somministrata semplice acqua e zucchero. I ricercatori hanno ipotizzato che questo fosse dovuto all’effetto sul microbiota intestinale, trovando conferma nel fatto che grazie ai probiotici si riusciva a neutralizzare l’effetto dei dolcificanti. La stessa associazione tra consumo di edulcoranti e squilibri del metabolismo del glucosio è stata quindi riscontrata su sette volontari sani che non consumava dolcificanti. “Nella metà dei soggetti, anche un’esposizione di breve periodo alla saccarina induce un aumento significativo della glicemia”, spiega Eran Segal, del Dipartimento di Immunologia del Weizmann Institute. Secondo gli esperti “non è il caso alimentare il panico”. “Prima che questi risultati possano essere traslati in raccomandazioni nutrizionali c’è bisogno di ulteriori conferme e di riflessione”, spiega Enzo Bonora, presidente della Società italiana di diabetologia (SID).
Tuttavia potrebbe aprire “nuove prospettive terapeutiche”, secondo Giorgio Sesti, ordinario di Medicina Interna dell’Università della Magna Graecia di Catanzaro e presidente eletto della SID. “Attraverso modificazioni dietetiche, impiego di probiotici e ricorso ad antibiotici intestinali – sottolinea – sarà forse possibile prevenire il diabete, ma certamente non curarlo”.
Questo post è stato pubblicato il 19 Settembre 2014 13:39
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