In Italia la tendenza a migrare è sempre stata una peculiarità della popolazione, un po’ per voglia di scoprire posti nuovi, un po’ per necessità di trovare maggior fortuna in nuovo paese. Il fenomeno si è molto accentuato nei primi anni del secolo e anche se si è via via ridimensionato, resta comunque una delle costanti per tantissimi ragazzi del sud Italia: ci si sposta per trovare lavoro, per frequentare un’università ritenuta migliore, per vivere lontani da problemi che spesso affliggono le regioni meridionali.
Una tendenza che spesso viene ridotta a cliché ma che è fortemente supportata da dati reali, che dimostrano come una buona fetta degli studenti campani decida di abbandonare la regione dopo il termine delle superiori per frequentare un’università del centro-nord.
La popolazione studentesca campana è estremamente consistente, stimata in oltre 200mila iscritti all’università. La “fuga” però c’è, anche se dai dati si riscontra relativamente, poiché lo studente fuori sede spesso non cambia la propria residenza, facendo poi in un secondo momento, magari al momento della stipulazione del primo contratto lavorativo. Ma nella realtà dei fatti sono oltre 30mila gli studenti campani che decidono di frequentare un ateneo fuori dal territorio di appartenenza, spesso spostandosi in quelli del Lazio e nella fattispecie in quelli romani.
Un fenomeno che almeno negli ultimi anni è stato in qualche modo mitigato dalla crescita delle università telematiche, prima alternativa all’esodo verso gli atenei del nord. Prendiamo il caso di Unicusano, una delle più famose università italiane online: questo ateneo permette di conseguire una laurea magistrale a Napoli senza bisogno di doversi spostare, seguendo i corsi online e potendo usufruire delle strutture dell’università presenti sul territorio. Allo stesso tempo però si potrà ottenere il titolo di studi associato all’ateneo che ha base a Roma, senza per questo motivo dover emigrare in un’altra regione.
In ogni caso per la Campania la situazione è delicata, perché il saldo tra chi va via e chi rimane è fortemente negativo. Una volta Napoli era metà di moltissimi studenti che provenivano da altre regioni del sud Italia ma con la proliferazione delle sedi distaccate e con la crescita delle facoltà telematiche, l’“import” di studenti si è notevolmente ridotto negli ultimi anni.
Questo dato dev’essere anche accostato a quello sugli studenti campani che riescono poi a trovare lavoro dopo la laurea restando in regione: una percentuale notevolmente inferiore a quella registrata nelle regioni del nord e in generale dell’average nazionale, una media del 20% in meno circa.
Questo post è stato pubblicato il 22 Aprile 2016
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