Università

IBM in 48 atenei italiani: “Formare studenti più competenti per le società 4.0”

La tecnologia è in continua evoluzione giorno dopo giorno: pur essendone consapevoli, in molti, anche in Italia, non hanno le giuste competenze, soprattutto quando essa è applicata all’ambito informatico. Il nostro Paese, tra l’altro, è uno tra i principali nel far registrare una bassa formazione nel settore ict (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione), un problema non da poco che ad oggi causa la perdita di importanti opportunità lavorative per i neolaureati e le aziende nazionali.

Per stare al passo coi tempi ed evitare di amplificare questo GAP, l’azienda informatica internazionale IBM ha promosso un progetto, in collaborazione con diversi atenei italiani, dal titolo “Accelera italia”, significativo per dimostrare quanto importante sia, nell’ambito delle nuove opportunità di lavoro, un’adeguata dimestichezza con i prodotti all’avanguardia dell’informatica e della tecnologia. “Big data”, “quantum computing”, intelligenza artificiale, “internet of things”: sono solo alcuni dei concetti e degli argomenti che esperti dell’azienda stanno già ponendo al centro delle proprie lezioni in tutta Italia, attraverso laboratori, seminari, per arrivare a corsi di laurea appositamente creati.

La tematica è talmente calda ed a cuore dell’azienda al punto che gli atenei collegati hanno dato vita ad appositi corsi, dottorati di ricerca e progetti di vario genere, oltre a numerose ore di seminari che si rivolgono alla formazione teorica. Aprendo alla tesi di laurea o ai tirocini formativi con IBM, inoltre, gli atenei partner del progetto “Accelera Italia” rendono più fitto il dialogo con una delle aziende centrali per le tecnologie informatiche, dando agli studenti la possibilità di entrarvi a contatto, sempre nell’ottica di una società ed un futuro 4.0.

Numerosi i docenti a contratto che sposano l’iniziativa, spendendosi in prima persona: 10mila invece gli studenti che si stimano prendere parte ai programmi lanciati da IBM, che dal canto suo impiega circa 15mila sviluppatori sulle proprie piattaforme. Oltre la formazione dei giovani, il progetto guarda anche, per ambizione dei suoi vertici, a conferire uno scenario di prestigio all’Italia, al momento non tra i punti di riferimento per lo sviluppo di moderne e competitive tecnologie informatiche.

Questo post è stato pubblicato il 10 Dicembre 2018 15:36

Redazione

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