Nel panorama professionale contemporaneo, dove la concorrenza è globale e il cambiamento tecnologico continuo, distinguersi è più importante che mai. In questo contesto, le certificazioni professionali sembrano essere una delle strade più battute per validare competenze, accedere a nuove opportunità o ottenere un aumento di stipendio.
Ma la domanda rimane: sono davvero utili? Vale la pena investirci tempo, denaro ed energie? Per trovare la risposta a queste domande, ci siamo rivolti agli esperti di testizer.com, una piattaforma globale di certificazione.
Per rispondere, analizziamo il potenziale ROI (Return on Investment), ovvero il ritorno sull’investimento di un test di competenza o di una certificazione professionale.
Una certificazione riconosciuta a livello internazionale può dare una marcia in più al tuo profilo LinkedIn, al tuo CV e durante i colloqui. Alcuni recruiter ammettono apertamente che, di fronte a due candidati simili, scelgono quello certificato.
Caso studio: Maria, Digital Marketing Specialist
Dopo 4 anni come social media manager freelance, Maria ha deciso di ottenere la certificazione Google Ads. In meno di due mesi ha ricevuto tre proposte di lavoro full-time, una delle quali le ha offerto un aumento salariale del 30% rispetto al suo reddito medio da libera professionista.
“La certificazione mi ha dato credibilità immediata e mi ha aiutato a strutturare meglio le mie conoscenze pratiche”, racconta.
In settori come l’IT, il project management o la cybersecurity, le certificazioni sono spesso direttamente collegate agli avanzamenti di carriera. Alcune aziende offrono persino incentivi economici a chi ottiene credenziali specifiche.
Caso studio: Luca, Sistemista IT
Luca lavorava come tecnico di rete in una grande azienda informatica. Dopo aver ottenuto la certificazione Cisco CCNA, ha ricevuto una promozione a network engineer e un aumento del 20% sullo stipendio.
“L’investimento è stato notevole – circa 1500 euro tra corso e esame – ma mi è tornato tutto con il primo stipendio da promosso”, dice sorridendo.
Anche quando non portano benefici economici immediati, molte certificazioni aiutano a mantenersi aggiornati e a rimanere competitivi. In settori in rapida evoluzione, questo è fondamentale.
Caso studio: Giulia, Insegnante di Lingue
Per differenziarsi nel mondo dell’insegnamento online, Giulia ha ottenuto la certificazione TESOL per l’insegnamento dell’inglese a stranieri.
“Mi ha dato nuovi strumenti didattici e mi ha permesso di alzare le tariffe delle mie lezioni, perché posso insegnare anche a studenti internazionali.”
Non tutte le certificazioni si traducono automaticamente in un nuovo lavoro o in più guadagni. Senza un piano chiaro o un contesto favorevole, l’investimento può non dare i frutti sperati.
Caso studio: Enrico, HR Junior
Dopo la laurea, Enrico ha conseguito una certificazione in HR Analytics. Nonostante la formazione fosse utile, non è riuscito a ottenere uno stipendio più alto, perché il mercato locale (una piccola città italiana) non valorizzava ancora questo tipo di profilo.
“Se tornassi indietro, prima cercherei opportunità lavorative in aziende che richiedono davvero questa skill”, riflette.
Alcune certificazioni, pur ben fatte, non sono riconosciute fuori da specifici ambienti. Il rischio è investire in qualcosa che ha poco peso nel proprio settore o nel proprio paese.
Caso studio: Sara, Consulente di Comunicazione
Sara ha completato una certificazione americana molto specialistica nel campo della comunicazione strategica. Tuttavia, le aziende italiane a cui si è candidata non ne conoscevano l’esistenza.
“Mi sono accorta che sarebbe stato meglio puntare su qualcosa di più noto nel contesto europeo, come le certificazioni CIPR o ECM.”
Prima di lanciarsi, vale la pena analizzare alcuni fattori chiave:
Fattore | Domanda da porsi |
Domanda di mercato | È una competenza richiesta nel mio settore o area geografica? |
Riconoscibilità | La certificazione è conosciuta dai recruiter e datori di lavoro? |
Costo e tempo | Quanti soldi e ore di studio mi costerà realisticamente? |
Obiettivi personali | Sto cercando un avanzamento, un cambio di settore o crescita personale? |
Esperienza pregressa | Ho già esperienza da valorizzare con la certificazione? |
Le certificazioni professionali non sono una garanzia, ma possono essere un acceleratore straordinario. Funzionano meglio quando:
In definitiva, il ROI di una certificazione non è solo economico, ma anche professionale, strategico e personale. E proprio come ogni investimento, va ponderato con attenzione, visione e realismo.
Un attestato di frequenza certifica che hai partecipato a un corso o un workshop, ma non valuta necessariamente le tue competenze.
Una certificazione professionale, invece, è rilasciata da un ente accreditato e prevede solitamente un esame finale che attesta il possesso di competenze specifiche e misurabili.
Dipende dall’obiettivo.
Sì, esistono certificazioni gratuite o a basso costo, specialmente nel digitale. Alcune delle più conosciute:
Attenzione: la gratuità non sempre equivale a maggiore valore percepito dal mercato.
Molte certificazioni, soprattutto tecniche, hanno una validità limitata nel tempo (es. 2–3 anni).
Dopo la scadenza, potresti dover:
Criteri da considerare:
Sì, ed è fortemente consigliato.
In molti casi, sì.
Se lavori già per un’azienda, puoi proporre un piano di sviluppo professionale che includa una certificazione utile al ruolo. Spesso:
Assolutamente sì. Molte certificazioni non richiedono un titolo universitario, ma solo il superamento dell’esame.
In alcuni settori (es. web development, digital marketing, cybersecurity), le certificazioni contano più della laurea.
Sì, in molti casi è uno strumento chiave per la riconversione professionale.
Una certificazione può:
Dipende dalla strategia personale:
In entrambi i casi, la coerenza del percorso conta: evita certificazioni sparse e non connesse tra loro.
Questo post è stato pubblicato il 29 Giugno 2025
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