
“Gli specializzandi – afferma Delia – avrebbero potuto interrompere la prescrizione, che è oggi il problema concreto ed insuperabile di migliaia di ex giovani medici, inviando le note interruttive non solo alla presidenza del Consiglio (che è l’unico soggetto legittimato al rimborso) ma anche agli altri ministeri. Ciò vuol dire che per migliaia di specializzandi si riaprono le porte dei risarcimenti”. Inoltre, il Tribunale di Roma, “di fatto competente in via esclusiva sul tema – prosegue il legale – ha accolto la tesi che il giudizio in questione può essere proposto con lo speciale rito ‘abbreviato’ abbattendo così i tempi di decisione da 5-7 anni a 8 mesi, quanti ne sono serviti in questo caso”.
“Il Tribunale ha anche stabilito – prosegue Delia – che gli interessi legali dei risarcimenti sono stati riconosciuti non dalla proposizione del ricorso (2014) ma dalla prima nota di messa in mora del 2002”. Si stima che siano ancora interessati a richiedere il rimborso per gli anni di formazione post laurea “circa 50 mila medici, che si sono specializzati dal 1983 al 1991”. Pur se la sentenza del Tribunale di Roma riapre le porte ai risarcimenti, rimane valido il limite del 2009 per le richieste di rimborso per gli ex specializzandi: chi si è mosso dopo questa data, ha perso la possibilità di far valere il diritto.














