L’Università Roma Tre ha ricevuto l’incarico di svolgere uno studio volto a fare chiarezza su alcuni aspetti relativi al gioco d’azzardo e al comportamento dei giocatori.
Il mercato del gioco d’azzardo italiano vive da anni un periodo di grande dinamicità e crescita, che ha portato la spesa nei giochi ad aumentare con percentuali attorno al 20%, solo nell’ultimo anno. Grazie alla regolamentazione del mercato, introdotta dall’Agenzia Dogane e Monopoli, e alla nascita di nuovi casino online, il gioco è diventato una forma di intrattenimento che coinvolge un pubblico sempre più ampio.
Tuttavia, con la diffusione del fenomeno del gioco è anche cresciuta l’attenzione verso il tema dei rischi connessi con l’azzardo e l’aumento dei casi di ludopatia. Tuttavia, come affermato da Alessandro Lama, vice-presidente di Fee (Family Entertainment Expo), spesso esiste una visione distorta del settore del gioco. Lama si riferiva in particolare ai frequenti i casi in cui le amministrazioni locali hanno deciso di intervenire a protezione dei cittadini con misure che portano alla limitazione dell’offerta, se non a vere forme di proibizionismo.
Per fare quindi chiarezza sul tema ed esplorare le motivazioni e gli atteggiamenti dei giocatori, Sapar e Consorzio Fee hanno commissionato una ricerca all’Università di Roma Tre che si impegnerà appunto sia a fare un quadro del fenomeno che ad individuare possibili fattori predittivi, in merito ai comportamenti futuri dei giocatori. Come spiegato dalla professoressa Maria Francesca Renzi, ordinario nel Dipartimento di Economia di Roma Tre, l’indagine prenderà il via da una disamina delle ricerche già esistenti per poi approfondire il tema del ticket redemption ed investigare sul campo se questo tipo di intrattenimento può condurre alla comparsa di comportamenti problematici verso il gioco d’azzardo. Lo studio, la cui durata prevista è di circa un anno, sarà condotto da un team multidisciplinare verrà articolato in diverse fasi: una prima parte sarà dedicata all’analisi e alla ricognizione delle ricerche nazionali ed internazionali che sono già state condotte sul tema, la seconda, invece, si concentrerà sulla ricerca sul campo allo scopo di comprendere le motivazioni dei giocatori, immaginare o prevedere i futuri comportamenti e poter quindi arrivare alla raccolta di informazioni utili a formulare azioni volte alla gestione e riduzione dei rischi connessi con il gioco.
L’indagine sul campo sarà sia di tipo qualitativo che quantitativo e cercherà di ascoltare tutti gli stakeholder coinvolti nell’offerta dei giochi, vale a dire: gli operatori, i giocatori e le loro famiglie, e anche coloro che hanno espresso disaccordo in merito all’accesso ai giochi da parte dei giovani. Una volta che il disegno di ricerca sarà stato stabilito verranno effettuati focus group, interviste approfondite, osservazioni, ma anche questionari che consentano di raccogliere dati sulle variabili rilevanti. Lo studio coinvolgerà un campione di oltre 700 soggetti, in modo da poter fornire basi significative per poter poi trarre ipotesi interessanti sul tema.
L’attesa è che l’indagine possa restituire un’immagine chiara delle macchine da gioco con ticket redemption e del loro ruolo nello sviluppo di comportamenti problematici tra i giovani.
Articolo sponsorizzato