In via Verdi a Torino, davanti all’Università, le proteste degli studenti non si fermano e accendono anzi la miccia per alcuni scontri. Oggetto delle contestazioni è l’imminente apertura di un fast food della catena Burger King nei locali dell’Università di Torino, la quale ha concesso al colosso americano la gestione del piano terra della struttura per i prossimi trent’anni.
Dopo essersi forniti di pranzo a sacco, come annunciato dal flash mob di “Noi Restiamo”, gli studenti hanno invaso i locali in affitto al fast food per consumare i pasti, ma sono stati allontanati dalle forze di Polizia in tenuta antisommossa, che ora presidiano gli ingressi del Burger King.
Alcuni dei manifestanti dell’Università di Torino hanno, quindi, deciso di dirigersi vero il Rettorato per parlare della questione con il rettore Gianmaria Ajani. Anche in questo caso, la Digos è intervenuta per fermare gli studenti che cercavano di aprire il portone chiuso, caricandone tre e trasportandoli in centrale.
Per questa ragione gli altri manifestanti sono rimasti fermi davanti all’ingresso dell’Ateneo per chiedere un incontro con i vertici dell’Università e per pretendere il rilascio immediato dei tre manifestanti arrestati. La questura fa, tuttavia, sapere che essi saranno deferiti all’autorità giudiziaria e saranno accusati di resistenza a pubblico ufficiale.
Gli studenti dell’ateneo torinese, però, non sono gli unici a schierarsi contro l’apertura del Burger King all’interno di un luogo statale di cultura, bensì anche alcuni docenti si oppongono a questa decisione. Inoltre, persino i presidi delle scuole vicine si sono dichiarati contrari alla presenza di un fast food nella zona di via Sant’Ottavio, dove, tra l’altro, presto sbarcherà pure un McDonald’s.
“Con la crisi della refezione scolastica e la maggior parte degli studenti della media che escono per la pausa pranzo il rischio– ha dichiarato il preside dell’istituto comprensivo Tommaseo, Lorenza Patriarca- è che molti si riversino lì“.
Della questione si sta interessando il Comune di Torino, dove la giunta pentastellata sta pensando di emanare un’ordinanza sul modello del sindaco di Londra, che vieti l’apertura di fast food a meno di 400 metri di distanza da luoghi frequentati da minori.