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Ministero cerca consulenti ma gratis: polemiche sull’annuncio

Incarichi della durata di due anni per svolgere attività di consulenza presso il ministero dell’Economia senza però essere retribuiti.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha indetto un bando per la copertura di incarichi di consulenza della durata di due anni presso lo stesso ministero. Il Mef ricerca, insomma, consulenti con competenze altamente specializzate e con esperienza accademica ma alla condizione di non essere retribuiti.

Come viene scritto nel bando pubblicato il 27 febbraio: “La direzione generale “Sistema bancario e finanziario-Affari legali” del dipartimento del Tesoro intende avvalersi per un supporto tecnico a elevato contenuto specialistico nelle materie di competenza della consulenza a titolo gratuito di professionalità altamente qualificate. La consulenza avrà a oggetto la trattazione di tematiche complesse attinenti al diritto – nazionale ed europeo – societario, bancario e/o dei mercati e intermediari finanziari in vista anche dell’adozione e/o integrazione di normative primarie e secondarie ai fini, tra l’altro, dell’adeguamento dell’ordinamento interno alle direttive/regolamenti comunitari”.

Inoltre, come ogni bando, vengono specificati i requisiti per essere selezionati: “Consolidata e qualificata esperienza accademica e/o professionale documentabile (di almeno cinque anni), anche in ambito europeo o internazionale, negli ambiti tematici del diritto societario, bancario, pubblico dell’economia o dei mercati finanziari o dei principi contabili e bilanci societari; Lingua inglese fluente”.

Non sono mancate le reazione da parte di numerose associazioni che appellandosi alla normativa sull’equo compenso, del 2018, dove si è stabilito che è vietato corrispondere compensi non commisurati alla quantità e alla qualità del lavoro svolto hanno considerato il bando del Ministero dell’economia in contrasto a tale principio. A tal riguardo Emiliana Alessandrucci, presidente del Colap: “Se anche le istituzioni non rispettano la dignità dei professionisti giustificando il lavoro gratuito, non sappiamo davvero più a chi rivolgerci”.