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L’obiettivo del report – sviluppato dalla società di consulenza Spring Professional con le informazioni ricavate dall’Osservatorio JobPricing – è rispondere ad alcuni dubbi di chi magari vorrebbe intraprendere il percorso universitario o di chi lo ha già intrapreso. Tra questi è interessante l’analisi sull’impatto del titolo di studio sulla carriera.
Qual è l’impatto del titolo di studio sulla carriera?
Si legge nell’University Report: “Analizzando gli stipendi in funzione dei livelli di istruzione e dell’inquadramento contrattuale, l’istruzione non è un fattore di differenziazione delle retribuzioni nell’ambito di una medesima qualifica professionale: per un dirigente, un quadro, un impiegato o un operaio, avere la laurea o no fa poca o nessuna differenza in termini di stipendio. Ma l’istruzione, al contrario, è un fattore decisivo nella probabilità di accesso alle posizioni più importanti e per scalare la gerarchia organizzativa“.
A lavoro con la laurea
I lavoratori laureati hanno in media retribuzioni superiori proprio perché il titolo di studio gli permettono di avere un maggiore accesso alle posizioni meglio remunerate: “Un titolo di studio terziario è un acceleratore di carriera e quindi un veicolo per raggiungere stipendi maggiori: con il solo la probabilità di diventare un manager è solamente di 1 su 20“.
“Che i laureati siano i meglio retribuiti nel mercato è una caratteristica non solo italiana – riporta lo studio -. Tuttavia, il premio per l’istruzione terziaria rispetto a quella secondaria nel nostro Paese (+36,5%) è comparativamente più basso, sia rispetto alla media OECD (+53,6%), che a quella UE (49,1%)“. La situazione peggiora se si considerano solo i giovani fra i 25 ed i 34 anni.
