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Università, l’appello di una studentessa: “stanchi di piangere i nostri coetanei” [VIDEO]

studentessa universitaria depressa
Lo sfogo di una studentessa in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Padova contro le pressioni rivolte agli universitari.

Sta facendo il giro del web il video del discorso di Emma Ruzzon, Presidente del Consiglio degli Studenti dell’Università di Padova, all’inaugurazione dell’801esimo anno accademico dell’ateneo. Infatti, la studentessa ha portato come tema principale la condizione attuale che vivono gli studenti universitari italiani, tra pressioni, aspettative e giudizi insistenti e categorici da parte delle famiglie e della società intera.

Il discorso di Ruzzon, che mira ad essere un appello alle istituzioni e alla società per riformare il sistema universitario rendendolo su misura degli studenti, ha inizio con un elenco di titoli giornalistici alternati tra quelli in cui vengono esaltate le eccellenze “straordinarie” degli studenti italiani, e quelli dei tanti suicidi tra i giovani universitari del Belpaese.

Ma nel discorso c’è spazio anche per il merito e, in particolar modo, per i noti cervelli in fuga o ancora i tanti dottorandi italiani costretti ad una situazione di costante precariato se decidono di rimanere nel loro Paese. Di seguito, un estratto del discorso:

“Il 55% tra dottorandi e dottorande non riesce a risparmiare nemmeno 100 euro al mese. Una volta conseguito il titolo, ciò che li attende in Italia è l’incertezza – ha affermato Ruzzon –. Saltare da un assegno all’altro, senza possibilità di accedere ai basilari diritti dei lavoratori, come maternità e tredicesima. Nessuna possibilità di accedere ad un mutuo vista la difficoltà a mantenersi autonomamente nelle principali città italiane. All’infuori del nostro paese la ricerca viene riconosciuta come un impiego e i cosiddetti “cervelli in fuga” sono di fatto persone colpevoli di non aver accettato la precarietà radicata nella scelta di una carriera accademica in Italia. Pochi mesi fa, il Ministro Bernini, riportava alle Camere che sarebbe un contratto lavorativo a limitare la libertà di un ricercatore. Ebbene no: è l’assenza di tutele che limita la libertà, impedendogli di immaginare un progetto di vita stabile nelle attuali condizioni. in tal senso la proroga di un anno degli assegni di ricerca non deve mettere in dubbio la necessità di una tempestiva riforma del pre ruolo, che garantisca stabilità e futuro nel nostro Paese a chi fa ricerca”.

E, oltre al merito, un elemento sottolineato nel testo dell’intervento pubblicato online di Emma Ruzzon è proprio quello della salute mentale degli studenti, il cui sempre più frequente disagio è dimostrato dai recenti avvenimenti di suicidi da parte di universitari. A tal proposito, è emblematico l’appello finale di Ruzzon alle istituzioni: “Care istituzioni, non chiedete a noi di avere coraggio; noi ci faremo forza, ci uniremo, lo stiamo già facendo. Care istituzioni, abbiate voi il coraggio di guardare davvero al futuro, cercando di rimediare agli errori del passato. Abbiate il coraggio di chiederci come stiamo, e di assumervi la responsabilità della risposta. Abbiate il coraggio di ascoltarci”.

Di seguito, il video del discorso di Emma Ruzzon all’Università di Padova.